Il vizio della superbia
Figlia mia diletta, ti parlerò in questo momento di un vizio di cui non va esente nemmeno l’anima che mi segue. È una certa presunzione di sé e un modo errato di concepire i doni di Dio! Intendo parlare del vizio della superbia. Preferirei parlarti dell’umiltà, virtù tanto a me cara; ma, per parlarti di essa, ti devo mostrare quanto è brutto il vizio che le si oppone. Dirti quanto è brutto questo vizio non è tanto semplice. È un vizio della mente: ma è talmente grande e subdola la sua malizia che molto difficilmente lo puoi scoprire. I primi esseri superbi che, precipitati nell’inferno, non cedettero minimamente nella loro superbia, furono gli angeli che si ribellarono a Dio. Dio li aveva creati bellissimi e intelligentissimi: erano doni eccezionali, ma puramente doni. Ma essi non li vollero riconoscere come tali, ma come ricchezza propria che avrebbe dovuto uguagliarli a Dio. Michele si oppose a questi spiriti, che usurpavano i diritti e la gloria di Dio, e li cacciò dal Paradiso, precipitandoli nell’abisso infernale. Sempre uguale per tutti è il motivo che spinge a essere superbi. Come lo fu per gli angeli, così è per l’uomo: usurpare i diritti di Dio, togliergli la gloria che gli è dovuta, scambiare per proprietà ciò che è solamente un dono e per di più dono d’amore. Tu hai ricevuto tutto nella vita: nessuna cosa è in te o fuori di te che non ti sia stata donata.
Ebbene, il Signore che tutto ti ha dato desidera solo che tu riconosca ciò, e che sia a Lui riconoscente. Desidera che tu lo ringrazi e che adoperi questi doni, che Egli ti ha fatto, per amarlo e servirlo: e in ricompensa ti promette il Paradiso. Tu hai ricevuto con l’anima - poiché ne sono le doti - la memoria, l’intelligenza e la volontà. Sono doti spirituali che ti servono ad esplicare le tue mansioni nella vita. C’è chi emerge per l’una o l’altra di queste doti, che sono un dono e che ognuno adopera in un modo diverso dall’altro, essendo stati distribuiti in modo diverso. Orbene, l’uomo molto facilmente si appropria di tali doni, se ne vanta come fossero roba sua, disprezza chi ne possiede meno di lui e, per di più ed è ciò che più mi addolora, usa questi stessi doni per pensare, per dire, per fare cose che mi offendono nel profondo del cuore. L’uomo ha ricevuto tutto: la vita, la salute, la fede, la grazia, e riceverà la salvezza, se lo vorrà. Eppure vive così, come se tutto gli fosse stato dato a caso, per pura combinazione, per volontà umana; e non si preoccupa certamente di rivolgere lo sguardo al suo Creatore supremo, che aspetta solo un grazie per aumentare quei doni che Egli, nonostante tutto, continuamente gli fa. Tu capisci quanto è infelice l’uomo di tal fatta, che si comporta come il ragno che è attaccato alla tela tesa fra i due rami, e dimentica il filo che viene dall’alto e lo stacca pensando di fare cosa buona e si trova avvoltolato nella ragnatela che lo uccide. Così, figliola, se dimentichi che in te tutto procede da Dio e ti chiudi in te stessa, trasformandoti in una divinità, tu ti rovini spiritualmente, perché togli i tuoi contatti divini e impedisci a Dio di comunicare con te.
Certo, perché Dio aborre i superbi e dona la sua grazia agli umili. Nella mia vita mortale ripetutamente e chiaramente, con rimproveri e con parabole, ho condannato la superbia che tanto offende il Signore, che, essendo la verità per essenza, non può approvare il comportamento di chi la nega, attribuendo virtù, meriti, doni a sé, mentre non sono ricchezze personali, ma cose date gratuitamente da restituire moltiplicate e con resa di conti strettissima. Sii dunque umile, che è come dire, sii sincera! E se scorgi in te qualche cosa di buono, non negarlo, perché sarebbe contrario alla verità, ma attribuisci il merito a Dio, autore di ogni bene e che potrebbe, solo scostandosi un momento da te, farti perdere tutto. Molti si vantano di aver condotto una vita santa e si confrontano con altri che hanno passato una vita piena di peripezie e forse anche di peccati. Ma che merito ne hanno essi, se sono stati preservati dal male, se hanno sentito l’attrattiva della virtù? Forse, se si fossero trovati nella stessa situazione degli altri, sarebbero stati peggiori. D’altra parte, non c’è peccato tanto grave sulla terra che non possa esser compiuto da chiunque. Chi dunque ha condotto una vita santa, tema di sé e, ringraziando il Signore, lo preghi che sempre lo assista perché non abbia a cadere. Ricordi Davide, Sansone, Giuda? Ebbene, erano considerati colonne i primi due; eppure, vedi, è bastata la parola di una donna a farli cadere. E Giuda non aveva anch’egli operato miracoli al seguito mio? Sognava gli onori e la gloria: ed ecco che miseramente cadde. La superbia è un vizio da cui difficilmente ci si rialza se lo si lascia ingigantire, poiché il Signore Iddio rivolta loro le spalle e toglie ai superbi il suo aiuto.
Imita, figlia mia, la mia santa Mamma, che, pur avendo ricevuto doni impareggiabili, mai se ne gloriò, ma sempre rese gloria e onore a Dio, che di tali doni l’aveva arricchita, anche se Ella, più di ogni altra creatura, aveva corrisposto con la propria volontà alla santa Volontà di Dio, cooperando al lavorio di una sempre maggior perfezione. Recita spesso quel canto dell’umiltà che Ella fece uscire dalle sue labbra e dal suo cuore, quando s’incontrò con la cugina Elisabetta, e che esprimeva sentimenti che dimoravano continuamente nel suo cuore. Sì, l’anima della mia Mamma magnificava continuamente Dio e gli rendeva lode e gloria continuamente anche per tutte le creature che, nel corso dei secoli, l’avrebbero bestemmiato, odiato, dimenticato; e specie per coloro che, dopo di aver ricevuto tutto dal loro Dio, avrebbero adoperato i suoi doni per offenderlo. Figlia mia diletta, ricevi con riconoscenza e amore i doni che Dio ti fa. Non pensare che possano essere un premio, ma ricevili con timore e tremore perché Egli te ne domanderà conto. Pensa che altri forse, avendo ricevuto meno di te, ti hanno superata nella perfezione della loro vita e nel raggiungimento di alte virtù. Custodisci i doni di Dio, non sciuparli; usali a vantaggio dei fratelli, perché tutto ciò che vi è dato non è solo ricchezza personale ma patrimonio comune. Così, più riceverai con umiltà e più distribuirai, e più Dio riverserà su di te i suoi doni, di cui gli renderai in terra e in Cielo una gloria infinita, in me.

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