Amate la purezza
5 agosto 1976.
Figli diletti, eccovi qui a questa scuola di verità e d'amore, destinata a rafforzare in voi lo spirito di fede e di sottomissione all'unica vera Chiesa e a farvi crescere nella carità. La vostra volontà miri sempre ad estendere la carità fraterna tra tutti gli uomini, così che tutti giungano davvero a comportarsi da membri della famiglia di Dio. Questo è infatti il mio desiderio: che gli uomini si amino.
Ciò che è auspicabile per tutte le creature è un comando tassativo per coloro che fanno parte della Chiesa da me fondata e voluta come mezzo di salvezza.
Di questa Chiesa voglio oggi ricordare una prerogativa che non le può mancare e che così bene venne rappresentata in tempi lontani da una prodigiosa caduta di neve su uno dei colli di Roma.
La neve fuori stagione stabiliva i limiti del terreno sul quale si sarebbe dovuta elevare una chiesa in onore della Madre mia.
Oggi più che mai è necessario che ritornino i membri della famiglia del popolo di Dio ad onorare, con la purezza dei loro costumi, la Vergine Maria, Madre della Chiesa. Quella castità comandata, e a volte trascurata anche dai miei sacerdoti, deve rifiorire e deve essere salvaguardata come la perla preziosa che orna l'altare del Signore.
Ma come si potrà amare la castità se con leggerezza si va in cerca dei pericoli, se non si usa la meditazione come luce che valorizza la virtù e se si trascura la preghiera, la mortificazione e la Confessione?
Come potranno parlare di Dio quei sacerdoti che, non essendo puri di cuore, non sono in grado di vederlo e che, non essendo piccoli, non sono capaci di capire i segreti del Padre?
Ecco, figli, il biancore delle nevi deve risvegliare in voi santi desideri. Desideri, in primo luogo, di avere santi e numerosi sacerdoti.
È un desiderio che è possibile realizzare con la preghiera e il sacrificio, ed è in sintonia con il desiderio da me espresso nelle parole: «La messe è molta e gli operai sono pochi. Pregate il Padrone della messe che mandi molti operai nella sua messe».
Figli, questi operai del Regno, questo regale sacerdozio sono anche tutti i cristiani, siete perciò anche voi, chiamati a lavorare assiduamente nel campo del Signore. Che cosa chiedo a voi? Ciò che domando a tutti coloro che sono al mio servizio diretto: la purezza di vita.
Domando che si formino, si mantengano e si consolidino famiglie, dove venga rispettata la purezza di vita secondo i propri doveri e la propria missione. La neve dovrebbe ricoprire come di un manto meraviglioso ogni casa in cui si onora la fede cristiana.
So che è difficile, figli, perché ancora l'uomo non vive che per i sensi e ha fatto del proprio corpo un idolo da assecondare in ogni sua esigenza disordinata.
È per questo che, chiamandovi ad essere miei apostoli, operai della mia vigna, nel luogo in cui vivete, v'invito a portare candore e pace.
Molti miei ministri cercano negli affetti umani consolazione ai loro cuori e ai loro sensi: aiutateli a risalire e insegnate loro che gli affetti umani hanno un'attrattiva ben più forte, se vissuti in quella castità che più intimamente lega l'uomo a Dio.
Vi sono spose desolate che piangono l'abbandono del marito, che per altri affetti ha lasciato il tetto coniugale. Ad esse dico: volete stringere con me i vostri legami? Volete nel candore dell'anima e del corpo onorare la mia Chiesa e condividere con me i vostri desideri e le vostre ansie? Il matrimonio non è fine a se stesso, è un mezzo di santità: se vi unite a me, io santifico e purifico la vostra vita; i vostri pensieri, le vostre intenzioni, le vostre azioni, diventano luminose come la neve illuminata dal sole.
Vi sono giovani insoddisfatti che cercano nel fango la felicità. Se essi venissero a me, non mancherebbero di nulla, perché io sono la felicità e la gioia.
Il candore del cuore dà un riflesso a tutta la persona e quando vi guardo giovani e vi vedo puri, vi amo come Dio, come padre, fratello e amico e posso colmare il vostro bisogno di affetto.
Io voglio essere tutto per voi. Come vorrei che i legami che ci uniscono diventassero catene d'amore!
Un Dio, capite, figli?, un Dio reclama il vostro amore. Lo reclamo per fare con voi un'unità che vi renda capaci di eroismo e di cose grandi perché divine.
Se limitate la vostra purezza di intenzioni cercando la vostra bontà, il vostro onore, la vostra soddisfazione, è come se mi legaste le mani. Io non posso agire in voi.
Se i vostri pensieri vagano con leggerezza sulle futilità del mondo, voi annebbiate la vostra mente.
Se vi preoccupate di dare alla vostra casa un'impronta di religiosità e non vi preoccupate di rendere l'anima vostra e quella dei vostri cari miei tabernacoli, io mi sentirò in casa vostra come un estraneo.
Purezza di azioni, di parole, d'affetti, siano le antenne riceventi delle vostre comunicazioni con Dio.
Il Signore comunica e dà i suoi ordini a coloro che sono attenti e protesi verso di lui.
Figli, la Madre mia vi benedice, dà forza e coraggio a chi gliene chiede, dà candore alle anime che lo desiderano, ed io, stringendovi al mio cuore, benedico tutti e vi protesto il mio amore!

Commenti
Posta un commento