Nonostante la vostra miseria
11 Giugno 1976.
Figli diletti, sia pace a voi! Ecco, sono qui in mezzo a voi. Vedetemi con gli occhi della fede. Io vi mostro il mio cuore come già ad alcuni santi e vi dico: "Ecco quel cuore che ha tanto amato gli uomini".
Molti mettono in dubbio questo amore infinito. È per questo motivo che desidero parlarvene.
Io sono il Figlio di Dio, uguale in tutto al Padre ed allo Spirito Santo. Il mio amore perciò è eterno. Io amo ogni anima da tutta l'eternità. Nel mio nome il Padre diede inizio alla creazione del mondo e, se egli volle popolare la terra di uomini, fu solo perché il suo amore infinito avesse modo di comunicarsi con degli esseri viventi capaci di capire il suo amore e che lo volessero ricambiare.
Il Padre è amore infinito, il Figlio è amore infinito, lo Spirito Santo è amore infinito.
La creazione è dunque opera d'amore. Occorre accogliere l'amore per ringraziare Dio di aver dato origine ad ogni cosa per manifestare il suo amore.
Purtroppo fin dall'inizio del mondo l'uomo volle ribellarsi alla legge di Dio, legge d'amore destinata a richiamare continuamente le anime vicino al suo cuore. E Dio dovette ricorrere anche a castighi tremendi, destinati a distruggere il male che si moltiplicava davanti ai suoi occhi. E venne il diluvio, da cui fu scampata soltanto la famiglia di Noè.
Era però stata promessa ai progenitori, cioè ai primi uomini creati direttamente da lui, la redenzione. E nella pienezza dei tempi il Figlio di Dio si fece uomo.
Io presi corpo umano nel seno di una Vergine e, dopo aver dato agli uomini un esempio e aver indicata la strada da seguire per arrivare al cielo, mediante la passione, morte e risurrezione ristabilii i legami di sudditanza e di amore a Dio dell'uomo, insegnando attraverso la dottrina d'amore e donando la grazia per mezzo dei sacramenti, perché tutti gli uomini potessero santificarsi.
Il mio amore fu portato al massimo grado con la mia morte, ma questo dono d'amore si ripete ad ogni istante, quando un sacerdote celebra la santa Messa. La Messa è un dono d'amore che salva il mondo, che salva le anime e che le riconcilia continuamente col Padre.
Se il mondo non viene ancora una volta sommerso sotto il peso delle sue iniquità, è perché ancora come duemila anni fa io mi presento al Padre chiedendo misericordia. Notate bene che questo miracolo avviene continuamente anche quando sacerdoti indegni celebrano sacrilegamente.
Attraverso la Messa io comunico con le anime, non solo per mezzo della Comunione, ma anche per mezzo del dolore dei miei figli, che viene a fare unità col mio e che diventa ancora mezzo di salvezza universale.
Ciò che ai vostri occhi appare come un semplice atto meccanico, è la transustanziazione del pane e del vino nel mio corpo e nel mio sangue e la trasformazione delle vostre piccole pene giornaliere o delle vostre diuturne sofferenze, rappresentate da poche gocce d'acqua, in ciò che completa la mia passione e il mio dono d'amore.
Figlioli, io vi amo nonostante la vostra miseria. Io amo tutti gli uomini nonostante le loro cattiverie, perché io non sono attratto dai vostri meriti, ma dalle vostre necessità!
Se le mie ricchezze d'amore bastassero a far ricredere tutti gli uomini della terra, io sarei pronto a donarle a tutti ed a ciascuno, rinnovando, non solo misticamente sull'altare, ma anche fisicamente e umanamente, il sacrificio della Croce.
Non mi spaventano né i delitti di molti, né la cattiveria, né l'infedeltà, né l'ingratitudine, perché io venni sulla terra per cercare ciò che era perduto e proprio tutte le miserie umane mi danno modo di esercitare la bontà e la misericordia, che è infinita nel mio cuore divino.
Voi vi domandate qualche volta perché mai, se Dio è amore, permette che gli uomini soffrano sulla terra.
Vi rispondo, figlioli. Quando i vostri progenitori furono cacciati dal paradiso terrestre per il loro peccato di superbia e di disobbedienza, vi fu da parte di Dio la promessa del Redentore, ma non furono tolte le conseguenze del peccato: la morte, la malattia, il lavoro...
Ma il peccato continua ininterrottamente nel mondo, nonostante i continui richiami a preghiera, a penitenza e alla vita di grazia e d'amore. Ogni peccato porta con sé le sue conseguenze individuali e sociali. Ogni peccato, pur essendo perdonato largamente dal mio cuore, che non desidera che di perdonare, deve essere espiato attraverso il dolore. Ecco, figli miei, che, mentre il mio cuore ardente d'amore vorrebbe vedervi tutti felici, è costretto, per la stessa giustizia che è in esso infinita come la bontà, a farvi riparare quel male che voi stessi liberamente avete voluto commettere.
Gli uomini della terra formano poi una famiglia e, come in ogni famiglia umana, molte volte pagano gli innocenti per i colpevoli, anche se gli innocenti sono molte volte soltanto i bambini, perché dal peccato non si salva nessuno. Tutti devono pagare ed espiare perché a tutta la famiglia umana ne vengano benefici e vantaggi morali e spirituali.
L'uomo è chiamato alla felicità e, avendo perso il diritto alla felicità terrena, viene confortato dalla santificazione del dolore, mentre deve tendere e guardare ciò che l'attende per tutta l'eternità.
Il mio cuore, fornace di amore, desidera distruggere in esso tutte le miserie umane: basta riconoscersi colpevoli, peccatori, e desiderare ed impegnarsi per una vita buona secondo il dettame della sua legge. La certezza di questo perdono, che potrebbe originare in qualcuno dei dubbi, viene data a mezzo del sacerdote, ministro della misericordia di Dio.
Non chiedo che questo ai miei figli, per dare ad essi una pace e una gioia che deriva dalla mia grazia e per assicurare un paradiso d'infinita felicità nell'altra vita.
Vi ho detto quanto vi amo e vi chiedo come un povero mendicante che mi abbiate ad amare almeno voi.
Sono qui presenti molte persone malate. Figli, serva la vostra malattia a risanare i tanti malati nell'anima. Io vi guardo, vi aiuto, vi do sollievo, ma voi offrite con gioia dandomi prova d'amore. Nessuno parte da questi raduni a mani vuote, ve lo prometto. Io sono con voi e benedico le religiose che portano il mio nome. Vogliatemi sempre più amare e uguagliate i serafini del cielo. Le vostre opere e le vocazioni fioriranno.

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