Portatemi le anime
8 Aprile 1976.
Figli diletti, sia pace e grazia a voi! Sono Gesù di Nazareth. Sono qui per farvi conoscere l'ambascia del mio cuore umano, nell'avvicinarsi della grande immolazione.
I mali previsti sono sempre peggiori che quelli subiti, tanto più che come Dio e Uomo non mi era nascosto nulla: sapevo per filo e per segno tutto ciò a cui sarei stato sottoposto; sapevo anche l'inutilità del mio dolore per molte anime; sapevo quanto avrei fatto soffrire la Madre mia, che amavo di tenerissimo amore.
Eppure l'amore per le anime mi faceva ardentemente desiderare la croce e la morte come mezzo di salvezza.
Le parabole del buon pastore e del samaritano venivano in quei giorni come a ripercuotersi nella mia mente e nel mio cuore e mi facevano ardentemente desiderare di sottoporre le mie spalle a quel patibolo che mi avrebbe ridotto come un cencio, pur di salvare le pecorelle smarrite e di porre sulla mia cavalcatura il ferito abbandonato sulla strada o di attendere e di abbracciare il figliol prodigo pentito.
Tutti questi pensieri di dolore e d'amore, che riempivano il mio essere nei giorni prossimi alla Pasqua, vorrei che fossero pure vostri.
Se vi chiedo un pensiero di gratitudine per ciò che io soffersi per voi, vi chiedo anche di condividere le mie ansie nella ricerca delle anime traviate dal vizio e dal peccato.
Figlioli, la mia tristezza non era certamente disperazione, poiché io ero, sono e sarò sempre unito al Padre, poiché io e lui siamo una cosa sola: ma era piuttosto un'ambascia mortale, quella che può essere paragonata al dolore di un padre amoroso e buono che vede il figlio malato e sa che nonostante tutta la sua buona volontà il figlio si rifiuta di essere curato.
La tristezza dell'abbandono degli amici sarebbe venuta a completare le sofferenze fisiche e morali, facendo del mio dolore un moltiplicato martirio.
Io vi chiedo, figli, in questi giorni, di essermi vicino col vostro amore e vi prometto di darvi consolazione nelle vostre pene. Ma vi chiedo soprattutto di far vostra quella sete infinita di anime che mi divorò in ogni istante della mia vita. Non cercate altro, figli, perché tutto è vanità. Non cercate beni materiali, non cercate nemmeno voi stessi e la vostra soddisfazione nel fare il bene.
Cercate le anime. Anche se vi sfuggono, anche se vi rifiutano, anche se vi fanno soffrire, sappiate amare le anime e sappiate vedere in esse l'immagine, sebbene sciupata e mal ridotta, di Dio. Ogni anima ha le sue caratteristiche, ha i suoi pregi e le sue virtù. Quando un'anima viene deturpata dal peccato, diventa come quelle opere d'arte a cui persone cattive o incompetenti recano degli sfregi.
L'opera non perde il suo grande valore. Dio stesso si occupa dell'anima con un desiderio infinito di ridare alla sua opera meravigliosa la sua primitiva bellezza.
Molte persone si addolorano quando vengono sottratti quadri di valore a certe pinacoteche. Ma chi può addolorarsi più di me, quando il demonio sottrae alla mia opera salvifica quelle anime per cui ho sofferto pene indicibili? Ecco perché la preghiera, la parola e l'azione compiute per la conversione dei peccatori, sono altamente da me ricompensate.
Chi mi riporta un'anima col suo amore e con l'esercizio della carità, diventa mio collaboratore ed io lo considero come mio grande benefattore.
Vi furono lungo i secoli anime che mi capirono e che posero al di sopra di ogni loro aspirazione la ricerca delle anime. Esse raggiunsero in breve tempo un eccellente grado di santità.
Più anime mi portate e più grande è il mio amore e la mia riconoscenza per voi. Non ponete limiti ai vostri desideri.
I vostri figli e parenti, se sono freddi e insensibili, richiamateli alla santità col vostro esempio e col vostro fuoco d'amore. Ma non limitate i vostri desideri di conversione a coloro che amate. A Dio nulla è impossibile e tutti gli uomini della terra sono suoi. Metteteli sull'altare nel santo sacrificio della Messa e offrite, offrite qualche cosa per loro. Non siate meschini o avari. La vostra generosità vi aprirà la via del cuore di Dio e otterrete conversioni impensate e grandi.
Credete voi che la mamma di Agostino abbia pregato e sofferto solo per il figlio? Oh no, ella pianse, soffrì e si sacrificò fino all'ultimo giorno per il figlio e per tutti coloro che, come lui e con lui, si sarebbero convertiti.
E padre Pio, che protegge e benedice il vostro gruppo, credete che abbia limitato in qualche modo la sua generosità? No, certo. Ebbene, fate così anche voi. Amate i peccatori e richiamateli alla casa del Padre con quei mezzi che il Signore mette a vostra disposizione.
Il tempo quaresimale è tempo di conversione e, se è giusto che prima di ogni altro abbiate a convertirvi voi personalmente, non dimenticate che l'apostolato più importante è quello di richiamare sulla retta strada coloro che per molteplici motivi si sono perduti nelle tenebre.
Quando poi le anime arrivano al traguardo e sono impreparate, occorrono tutti i vostri sforzi perché una luce divina illumini la mente e muova i cuori dei peccatori.
Chi salva un'anima salverà la sua. È una promessa, anche se la salvezza viene unicamente dalla mia passione e morte e dal dolore della Madre mia.
Figlioli, vi benedico tutti. Non sciupate il tempo: pregate e operate. I momenti presenti reclamano la vostra opera. Arrivederci e sempre ferventi e buoni.

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