Dio è amore e felicità

 


25 Aprile 1976.

Figli miei, redenti dal mio sangue, sia pace a voi!

Sono qui in mezzo a voi e, se non permetto ai vostri occhi di vedermi, è solo perché desidero avvalorare la vostra fede e crescerla sempre più. Desidero ripetere a voi ciò che dissi a Tommaso apostolo: "Beati coloro che credono senza vedere".

Sapeste, figli, il valore della fede! È la fede che ottiene i miracoli, è essa che vi aiuta a vivere la vostra vita umana e che vi rende degni di entrare nella gloria eterna.

Voi avete fede, quella stessa che portò migliaia e migliaia di cristiani a sacrificare la loro vita per testimoniarla. Ma in che cosa voi dovete credere per piacere a Dio, per piacere a me?

Dovete essere convinti della vostra estrema miseria e credere nell'infinita mia bontà e misericordia. Chi conosce se stesso può esser medico di se stesso o può sottoporsi a colui che sa guarire i propri mali.

Io desidero che vi rendiate sempre più consapevoli dei vostri limiti, della vostra debolezza, della vostra incapacità di reagire al male e di fare il bene, non per il gusto di vedervi umiliati, ma perché solo così potete chiedere di essere aiutati.

La mia misericordia infinita nel tempo e nello spazio non ha di mira che di venire incontro ai bisogni di tutti e riportare a galla coloro che stanno per affogare, disseppellire coloro che il peccato ha sepolto e dare una mano a tutti, in qualunque difficoltà fisica, morale o spirituale si possano trovare.

Diffidare o negare o fraintendere la mia misericordia, è negare la mia divinità. È mettermi su un piano umano così da rendermi impossibile di agire mediante una bontà senza limiti.

Non c'è un'offesa più grande di questa, poiché con essa si annulla la redenzione, la mia immolazione continua nel sacrificio della Messa e tutta quell'opera di assistenza alle anime che solo Dio può incessantemente dare.

Negare la mia misericordia, è mettere in dubbio la mia sapienza, per cui posso ricavare il bene anche dal male, e la mia divina provvidenza, per cui a tempo e luogo intervengo per salvare le anime.

Gli uomini guardano i fatti umani che si susseguono, non pensano al fine. Che vale che una creatura possa vivere se dovesse dannarsi? E perché si dovrebbe dubitare della bontà di Dio se un suo figlio viene tolto dalla terra in un momento buono per cui si possa salvare?

Ricordatelo bene, figlioli: sono il vostro Dio, sono padre e fratello vostro. Non sono un despota o un tiranno. Non cerco la mia gloria se non per la vostra felicità.

Il male che si commette continuamente sulla terra addolora il Padre, addolora me e fa scoppiare il cuore della Madre mia e vostra, non per noi ma per le conseguenze cattive che esso ha per voi e per tutti coloro che lo commettono.

Dio è immutabile. Dio è amore, è felicità senza fine. Ma questi suoi figli, creati per la loro felicità, la perderanno irrimediabilmente se non vorranno credere in lui e vivere secondo la sua Legge.

Con insistenza e come perseguitando il peccatore, io vado in cerca delle anime. Ogni anima è un piccolo mondo, è il motivo per cui mi sono fatto uomo e deve essere una preziosa conquista. Come posso trascurarne anche una sola?

Voi siete abituati a dire di fronte a peccatori incalliti: "Non c'è più niente da fare", ma per me non esiste questa affermazione. Io metto in moto tutti i miei attributi infiniti per aiutare le anime che hanno deviato a ritornare sui propri passi.

Ricordate Giuda? Lo avevo avvisato, gli avevo fatto presente che sapevo tutto di lui. L'ho chiamato amico perché credesse alla mia misericordia. Non ha voluto accettare il mio dono d'amore e il mio perdono. Io però avevo tentato tutto.

Sempre la mia azione divina, vigilante e potente, assiste le anime, ma specie in punto di morte, dove vi è un minimo di buona volontà da parte delle anime, allontano il demonio e salvo, salvo!

Voi vedrete in paradiso anime, che pensate irrimediabilmente perdute, salve per la mia misericordia.

Ora voi potreste dirmi che forse non vale la pena di compiere tanti sacrifici per vivere bene, se all'ultimo momento tutti si salvano.

Figlioli, la salvezza è un dono d'amore che io offro, a cui si deve corrispondere. Nessuno si può salvare senza la mia grazia e ciascuno deve fare il possibile per meritarla. Chi vive bene però ha già in sé tanta serenità e tanta pace per cui non ha nulla da rimpiangere in confronto di chi vive male.

Sappiate credere che io voglio il vostro bene. Sappiate vivere come io desidero che viviate e fate tesoro dei mezzi che vi do per essere buoni e felici.

Vi è un sacramento, chiamato della Misericordia, che rende le anime vostre candide e splendenti come la luce, se ben lo ricevete. Sappiate usarlo.

Oggi lo chiamate la "domenica in Albis". Questa meravigliosa festa che io volli abbinata ad essa, deve essere un invito ad ottenere la mia misericordia attraverso il sacramento della Penitenza che vi rende candidi.

Sono qui presente, figli. Sono colui che poté dire a molti: "Ti sono perdonati i tuoi peccati". La stessa parola posso ripetere a ciascuno di voi, ma preferisco dirvi come al cieco: "Va' alla fontana di Siloe e lavati".

Dopo la Confessione vi cancellerò la pena dei peccati e le vostre anime riavranno l'innocenza battesimale.

Desidero servirmi di voi per purificare le vostre famiglie, le vostre comunità, le vostre parrocchie, i vostri ambienti di lavoro. Ho bisogno del candore delle vostre anime per farmi sempre meglio conoscere da voi e perché possiate irradiare la vostra fede dovunque.

Sappiate che vi amo infinitamente e che, con la stessa premura che voi mi avete dimostrato di incontrarvi con me, io desidero che altri vengano ad incontrarmi.

Siate strumenti di pace e di salvezza.

Non giudicate gli uomini dal come li vedete, ma in base alla mia misericordia.

Moltiplicate i vostri cenacoli. Le mie grazie saranno un segno tangibile del mio gradimento. Vi abbraccio, figli, ad uno ad uno. Arrivederci!

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