Pregate per le famiglie
18 Marzo 1976.
Figlioli miei, sia pace a voi e grazia e forza! Sono qui con voi. Sono Gesù, vostro amico e vostro conforto. Sono qui per incoraggiarvi e per impegnarvi sempre più in una vita di santità e di grazia, una vita di apostolato e di bene.
Quando nelle vostre case avete dei figli malati, che cosa fate voi? Forse che, incrociando le braccia, piangendo dite: "Che debbo fare?". E non chiamate forse il medico e non somministrate medicine e non date le vostre cure più amorose?
Orbene, ciò che fate nella vostra vita per salvare il corpo, io e voi dobbiamo farlo per salvare le anime. Sono malati nell'anima questi figlioli: sono giovani, anziani, vecchi e bambini malati.
Io sono il Medico. Voi mi chiamate con le vostre preghiere, mi offrite anche un compenso di sacrifici e di sofferenze e di lacrime ed io corro ed aiuto tutti. Devo essere pregato, perché la preghiera è il mezzo stabilito da Dio per ottenere misericordia e pietà. Tutto è legato alla preghiera. Nella vita tutto è dono, tutto bisogna chiedere. Anche se sono doni gratuiti e immeritati, occorre umiliarsi e chiedere.
Io desidero in particolare che si elevi forte una preghiera perché si risani la famiglia. Il divorzio ha aperto la strada all'infedeltà.
Chi potrà mai fermare questa corsa sfrenata verso il male che rovina la famiglia e per conseguenza la società? Si vuole l'amore libero e se, per seguire un'antica abitudine o per accontentare la mamma, molti si sposano ancora davanti all'altare, vengono però già sciupati nel corpo e soprattutto con un peccato mortale che si aggiunge agli altri e vengono a chiedere la benedizione di Dio.
Molti sposi hanno già nel pensiero che, se non dovessero andare d'accordo, si divideranno, divorzieranno, così da rendere nullo il sacramento del Matrimonio.
Vi sono poi coloro che disdegnano la benedizione di Dio e preferiscono sposarsi civilmente. Che sarà di questi giovani figli? Come potranno portare la croce che ogni famiglia porta con sé?
Che meraviglia se poi si rifiutano i bambini e si preferisce l'aborto, cioè l'omicidio?
Per queste famiglie che nascono già corrose dal tarlo dell'egoismo e che vanno diventando sempre più numerose, pregate, figlioli! Sappiate che il mio cuore è grandemente esacerbato e ferito da questa mancanza di fede e di amore, che fa delle famiglie un covo.
Com'è possibile che regni il Signore e che benedica gli interessi materiali e spirituali, quando questi figli non solo vogliono far tutto da sé ma si rifiutano di ubbidire alla sua legge? Come potranno i genitori amare quei figli che sono venuti alla luce come per sbaglio, senza che essi li desiderassero? E come potranno questi figli, che si sentono come degli intrusi, amare i genitori che li hanno malauguratamente messi al mondo?
Così, mentre si cerca il piacere dei sensi, si rifiuta ogni responsabilità e si fa della vita matrimoniale una sequela di peccati, cominciati anche prima delle nozze.
Qui accanto al tabernacolo, io chiamo i miei figli come amici miei. La scuola di virtù, di sacrificio e di grazia, diviene una scuola gioiosa per essi e per me. Ma è venuta meno la fede nella mia presenza eucaristica, non si desidera perciò di farmi partecipare con la Madre mia alle nozze, come a Cana, dove io cambiai l'acqua in vino. Una buona preparazione darebbe a questo sacramento la forza per creare e mantenere quell'amore che, se nella gioventù è come un'ebbrezza, diventa nell'età matura e nella vecchiaia una dolcezza, così da rendere serena la vita.
Si fa del sacramento del Matrimonio uno scempio, come può durare l'amore? Dio è amore e, quando è lui che unisce i cuori, può creare un legame saldo e sicuro che neppure la morte potrà separare.
Ma come potrà durare un affetto in cuori così incostanti, deboli e fragili, quando non si mette Dio a dirigere le sorti della famiglia?
Io vi prego: custodite e aiutate col consiglio i giovani. Se risaniamo la famiglia, ne avrà beneficio la Chiesa e la società. Vigilate e portate avanti il vostro discorso.
Vi diranno che sono cose sorpassate, ma io vi assicuro che chi non sa osservare il sesto comandamento, non saprà osservare nemmeno il nono comandamento e si avranno famiglie rovinate, disperazione e tradimenti innominabili a scapito degli innocenti.
Io vi ho parlato della dissacrazione dei miei tabernacoli e della poca cura dei bimbi che si accostano al banchetto eucaristico, ma la sconsacrazione della famiglia, che dovrebbe essere il santuario domestico, è ugualmente grave.
Sono peccati che portano conseguenze ad intere generazioni quelli che trasformano i coniugi in oggetti di scandalo.
Sono migliaia e migliaia di anime che sentono l'influsso del male che si commette, anche se sembra nascosto, poiché ogni peccato ha una ripercussione su tutta l'umanità.
Figlioli, agite bene.
State in grazia di Dio, alla presenza di Dio, poiché, come vi dissi molte volte, la morte è come una buona sorella, ma qualche volta una sorella molto severa che tronca le vostre relazioni col mondo improvvisamente.
Sia perciò costante in voi questo pensiero e tenetelo vivo anche nel vostro prossimo: farete un'opera di carità di cui io terrò conto.
Vi benedico, figli. Non angustiatevi per il valore della moneta o per i guai materiali che vi incombono. Pregate e piangete per la gioventù che perde fede e morale e va alla deriva.
Pregate e piangete per tutti coloro che muoiono improvvisamente e impreparati, poiché sappiate: la giustizia di Dio è infinita ed eterna, non è una favola e non si può prenderla con leggerezza.
Arrivederci, figli. Vi benedico ad uno ad uno.
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