Il mio volto nel vostro simile
29 Gennaio 1976.
Figli diletti, la pace sia con voi ora e sempre! Io sono presente in questo luogo e benedico i vostri pensieri e desideri e do il via alle vostre opere buone perché siano degne di Dio e meritino una ricompensa.
Sono il vostro Gesù, vostro fratello, amico, padre, sposo delle anime vostre. Quanto è gioioso stare insieme, come per formare una bella unità ed amarsi tutti, amare gli altri come amate voi stessi. È il mio più grande desiderio che vi espressi alla vigilia della mia passione: Che voi siate uniti a me come io sono unito al Padre e che fra di voi non esistano divisioni di nessun genere.
Prima della mia ascensione al cielo promisi agli apostoli di non lasciarli orfani e questa promessa continua e continuerà fino alla fine dei secoli.
Sono con voi con una presenza viva e vera nell'Eucaristia. Sono presente mediante il mio Vangelo, mediante la grazia. Sono presente nelle anime e sono presente in ogni persona umana che cammina sulla faccia della terra.
Oh perché mai io, Figlio del Dio vivente, ho voluto farmi uno di voi? Perché ho voluto assumere la stessa vostra natura umana? Perché ciascuno potesse vedere nel proprio simile me. Il mio volto lo dovete vedere nel volto di ciascuno. Quando v'incontrate per strada con persone a voi sconosciute potete dare ad esse un nome: Gesù.
Quando Paolo, allora Saulo, perseguitava i cristiani, fu da me richiamato così: "Saulo, perché mi perseguiti?". In realtà io ero e sono presente in tutti, perciò il bene che fate ad uno dei miei fratelli lo fate a me e il male che fate ad essi mi causa grande dolore.
Se questo pensiero non basta a suscitare nel vostro cuore pensieri di bontà e di misericordia, sappiate che, se vi fosse qualcuno a cui voi non volete bene, proprio quello gode le mie predilezioni e voi non mi potrete piacere se non amando quella persona per la quale mi sono immolato sulla croce.
Quanto è bello vedere anime generose che, dimenticando forse il male ricevuto, si studiano di beneficare, di aiutare e di benedire quelle stesse persone che glielo hanno procurato.
Quanta pace, quanta gioia, quanta serenità ne deriva dal rendere bene per male!
Anche nel parlare potete compiere le buone azioni di cui vi ho parlato se saprete mettere in luce le virtù degli altri e dimenticare i difetti. Ciascuno può e deve essere il mio ritratto. Deve portare impressi i miei lineamenti. Se però non si toglie il peccato, i tratti del mio volto restano come offuscati. È come se un velo adombrasse la mia bellezza.
È perciò necessario vigilare attentamente perché non si rovini l'opera di Dio e ciò che fate verso di voi potete farlo con altri.
Un artista non riuscirebbe a portare a perfezione un'opera se non fosse padrone di sé e non esercitasse la pazienza in modo eroico.
Il mio volto presente nel vostro simile richiede il vostro aiuto perché, liberato dalle impurità che lo coprono, possa mostrare il suo splendore. Bontà, pazienza e desiderio del bene altrui devono essere le vostre armi per riuscire a portare a termine il vostro compito, la vostra missione.
Così dovranno essere i genitori e in particolare le mamme verso i loro figlioli. Così a vicenda fra amici, parenti e conoscenti. Così potete desiderare di fare con tutti.
C'è una difficoltà che vi devo appianare. Purtroppo nel mondo tutti sono portati a vedere i difetti degli altri e non i propri e molte volte le stesse vostre imperfezioni diminuiscono la bellezza dei miei lineamenti.
Che cosa dovete fare?
Lo stesso lavoro di correzione che compite verso gli altri, dovete sopportare che altri compiano verso di voi.
Così, se verrete avvisati dei vostri difetti, dovete essere riconoscenti e accettare gli ammonimenti, come se venissero dal cielo.
Questo esercizio di umiltà sarà tanto gradito a Dio che interverrà direttamente per portare e mantenere la pace fra di voi.
La cosa più importante è di saper scorgere il mio volto ed amarvi reciprocamente come amereste me.
Vi sono alcune persone che in modo particolare mi assomigliano: sono i poveri, i malati, i bambini. A queste tre categorie di persone io vi prego di rivolgere con particolare impegno il vostro pensiero.
Io amai la povertà che volli compagna della mia vita mortale ed amai coloro che, staccati da tutto e da tutti, mi scelsero come loro maestro, ma amo ancor oggi tutti coloro che serenamente accettano di non possedere ricchezze e di essere privati di ciò che è loro. Amo coloro che cercano il regno di Dio più che le cose del mondo ed essi mi assomigliano.
Anche i malati ebbero le mie predilezioni ed io li guarii nel corpo perché potessero crescere nell'amore di Dio.
Questa desidero che diventi la vostra aspirazione: avvicinare gli ammalati, perché possiate scoprire ai loro occhi il pregio di avere questa somiglianza con me, io sulla croce essi con me sulla croce, e perché possano godere della mia compagnia.
Vi ricordo per ultimo i bambini che con la loro innocenza riflettono la bellezza del volto di Dio.
Portateli vicino a me, parlate loro di me. Quando le lotte del mondo proveranno la loro fede, li trovino preparati.
Perché il mio volto non venga in essi sciupato pregate, pregate!
Non lasciatevi intimorire da falsi preconcetti. Lo scandalo li uccide. Voi preservateli ed aiutateli, sono miei.
Vi benedico, figlioli!
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