Amatevi come io vi ho amati
23 Novembre 1975
Figli miei, mia conquista e mia gloria, sia pace a voi. Ecco, sono in mezzo a voi. Sono il vostro divino Sovrano, desideroso di avervi vicino, non perché ne vengano vantaggi di nessun genere a me, ma per quei doni spirituali di grazia e di gloria che derivano a voi nel servirmi.
Sono un re per diritto, ma desidero che le mie creature mi servano per amore. È vita il servirmi, è grazia, e chi volontariamente si professa mio suddito viene nello stesso momento arricchito di quei doni spirituali di cui abbisogna per prestare il suo servizio.
Occorre avere fede. Quando i Magi, superate molte difficoltà, vennero a Betlemme, non si sgomentarono di trovare un bambino come tutti gli altri ed una madre più povera delle altre; credettero, mi riconobbero come re e mi adorarono. Occorre aver fede, quella fede che dimostrò il buon ladrone quando, crocifisso come lo ero io, mi si raccomandò perché lo accogliessi nel mio regno.
Dovete accogliermi come re sempre, anche quando le cose non vanno troppo bene ed è difficile accettare la croce.
Gli abitanti di Gerusalemme mi acclamarono re prima della mia passione e mi videro passare per le vie. Mi pensavano un re della terra e volentieri mi avrebbero voluto loro sovrano quando moltiplicai pani e pesci e compii molti miracoli. La loro fede non era come doveva essere. Dovevano saper accogliere il Figlio di Dio che chiamava tutti a conversione e a santità.
Quando gli eventi cambiarono, cambiò anche il modo di comportarsi del popolo e non esitarono a gridare il "crucifige".
Voi mi avete voluto vostro re ed io desidero di esserlo. Dovete accogliermi con fede anche se è un po' scomodo accettare un re crocifisso, un re che v'invita a combattere le vostre cattive inclinazioni, i vostri difetti e a vivere per intero la sua legge e la sua dottrina.
Quando Pilato mi accusò di volermi fare re, non negai, anzi proclamai la mia regalità. Dio Padre l'aveva già confermata ed io stesso, che ogni cosa compivo in ubbidienza al Padre, avevo insegnato a pregare perché venisse e si estendesse il regno di Dio nel mondo.
Milioni di cristiani ripetono giornalmente nel Padre nostro l'invocazione: "Venga il tuo regno". Questo regno auspicato occorre estenderlo oltre che con la preghiera con l'azione. Vi sono gli specializzati che lavorano a questo scopo in prima linea e sono i chiamati con vocazione particolare.
Ma quando dissi che la messe è molta e gli operai sono pochi, volli invitare tutti a lavorare in mezzo a questa messe così abbondante che sono le anime, per renderle tutte partecipi del regno.
Questo invito amoroso e insistente lo rivolgo a tutti.
Vi ho dato la bandiera che dovete difendere: è la vostra fede. Vi ho dato le armi: sono i sacramenti, la preghiera e la mortificazione. Vi ho dato una legge universale che è l'amore di Dio e del prossimo. Chi vorrà disertare le file? Chi vorrà negarmi il riconoscimento regale e rifiutare la sua opera?
Vedete come il mondo versa in cattive condizioni. I nemici assalgono la mia Chiesa, sposa mia dolcissima e le distruggono il manto regale che la riveste. Vedete le lotte acerrime che il demonio va scatenando dovunque e vedete quanti collaboratori trova in ogni campo.
È necessario che vi proclamiate miei soldati a viso aperto e che non vi vergognate di me, se non volete divenire vittime delle insidie nemiche.
Il regno di questo mondo è una preparazione al regno eterno. Là avrete la palma della vittoria. Là sarete giudicati in base alle vostre opere e premiati in modo regale; ma non avete tempo da perdere.
Non potete che seguirmi in questo combattimento diuturno per poter reagire al male e per portare dovunque la fiamma dell'amore.
Vi ho detto che nel giudizio finale ci sarà la grande separazione dei santi dai reprobi. Ma chi saranno i santi? Saranno coloro che, sull'esempio e al seguito del loro Re, avranno esercitato la carità, prima verso Dio e poi verso i fratelli. Io vi ripeto il comando. Vi ripeto l'invito che ha mosso i cuori degli uomini di tutti i tempi: "Amatevi come io vi ho amati".
Non avete altra scelta. O siete nell'amore e siete e sarete con Dio, o non siete nell'amore e sarete coi reprobi alla mia sinistra, e sarete lontani dal vostro Re per sempre. Io non ammetto distinzioni, non ammetto privilegi. Desidero che l'amore si estenda, come una forza che rinnova, su tutto il mondo. Gli umili amino coloro che stanno in alto. Chi è altolocato ami i propri subalterni. Chi è sapiente ami gli ignoranti e chi non sa si affidi a chi sa di più.
Chi possiede sia generoso e chi riceve sia grato a colui che dona.
Figli, tutti sullo stesso piano, tutti tesi ad un'unica meta, tutti animati da uno stesso spirito, tutti infuocati d'amore, pronti a perdonarsi, a capirsi e a donarsi per il bene comune: la salvezza dell'anima.
Quando io verrò sopra le nubi per giudicare i vivi ed i morti, vorrò vedervi tutti luminosi per la fedeltà ai miei insegnamenti che ha guidato la vostra vita.
Vi benedico, figli, ad uno ad uno.
Nessuno si rammarichi di non possedere doni di grazia e di fortuna.
L'amore, che in questo momento io vi dono, vale più di ogni bene della terra. Ricevetelo come una fiaccola ardente e di essa illuminate le vostre case e le vostre contrade.
Vi dico ancora e sempre: sono vostro re per diritto e per conquista. Seguitemi, sarete felici!
Benedico la mia effigie di bambino e la casa dove sarà posta. Sarà il mio cenacolo.
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