Siate riconoscenti e generosi

 


28 settembre 1978

Figli miei, eccomi qui in mezzo a voi come il maestro in mezzo ai suoi alunni, come il pastore in mezzo alle sue pecorelle, come il padre in mezzo ai suoi figli.

Che cosa desidero da voi?

Vi voglio educare alla generosità e alla bontà. Voglio educare il vostro cuore alla riconoscenza. Alla riconoscenza, perché nessuno nel mondo è autosufficiente. Attorno ad ogni persona c'è un numero grandissimo di individui che lavorano per essa.

Come essere riconoscenti con tutti? Soprattutto con la preghiera, che deve sgorgare dal cuore come un canto, come un inno d'amore. Dovete essere riconoscenti con tutti quelli che vi fanno del bene. E sono molte le persone che vi fanno del bene. C'è chi vi aiuta materialmente, anche se voi sembrate ignorare questo aiuto. Chi pensa, ad esempio, quando acquista il pane, a essere riconoscente nei confronti di chi, durante la notte, ha vegliato per farlo? Chi pensa, indossando un vestito, ad essere riconoscente agli operai che hanno lavorato per dargli la tela? Ai sarti che glielo hanno cucito?

Provate a passare in rassegna tutti i beni materiali. Troverete che dietro ognuno di essi c'è sempre un complesso di persone che si sacrificano per voi. Ma vi sono anche altri doni. Chi, per esempio, nutre riconoscenza per il maestro o la maestra che gli ha insegnato a leggere e a scrivere? Chi serba riconoscenza per la mamma e il papà che gli hanno dato la vita? E le mamme e i papà sentono riconoscenza verso quei figli che hanno, forse, procurato loro dei dolori, ma anche tanta gioia, quando erano piccoli, o quando hanno ricevuto la prima Comunione o fatto la Cresima, o quando hanno portato a casa una bella pagella?

A vicenda, nel mondo, ci si dà gioie e dolori; ma se consideraste tutto come dono, sentireste continuamente il dovere di ringraziare e di amare.

E ancora. Forse ogni giorno andate a Messa. Spesso andate a confessarvi. Sentite questa riconoscenza verso il sacerdote che, con parole divine, vi porta sull'altare il Signore? Provate riconoscenza per il sacerdote che, in nome di Dio, vi assolve dai vostri peccati?

A che cosa serve la riconoscenza? Serve a rendere più vivi e più veri i legami d'amore e d'affetto che devono unire tutte le persone. La riconoscenza deve far cadere la sfiducia. La riconoscenza dev'essere come un fiore che spunta in mezzo a voi e che vi fa gustare il profumo della bontà.

Anche il Signore, così grande nella sua misericordia, infinito nella sua bontà, desidera avere da voi riconoscenza. Ve l'ho fatto intendere quando, guariti dieci lebbrosi, essendone tornato uno solo a ringraziare, gli chiesi: «Dove sono gli altri?». Perché tutti dovrebbero sentire il bisogno di ringraziare.

Figli miei, anche voi andate ricevendo nella vostra vita doni immensi: doni di salute, doni di grazia, doni materiali, doni spirituali, e venite sempre per chiedere. Raramente venite per ringraziare.

Quanto è cara al mio cuore la gratitudine! Come godo, quando le persone vengono a ringraziarmi e, come il lebbroso guarito, mi dicono: «Come posso utilizzare questa grazia che tu mi hai fatto?», e sentono il dovere di manifestare la loro riconoscenza con l'apostolato. Infatti, la gratitudine per la salute che ricevono, per i doni di grazia che ricevono, non si può esprimere che così: utilizzando bene i doni ricevuti nell'ordine materiale e trafficando i talenti spirituali che il Signore da.

Come ogni mamma e ogni papà desiderano che i propri figli esprimano riconoscenza per ciò che hanno ricevuto, e continuino nell'onestà e nella laboriosità a condurre una vita sana come quella di cui hanno dato loro l'esempio, così la Madre mia e vostra ed io, che vi sono padre, fratello, amico, maestro e salvatore, desideriamo la vostra riconoscenza e vogliamo la vostra santità.

Non abbiate il cuore duro. Non siate di quelli che aspettano tutto e che tutto credono sia diritto. No! Siate riconoscenti per quello che avete e siate generosi.

Figli, siate buoni. Rafforzate la riconoscenza verso tutti coloro che vi hanno fatto del bene. Anche se in apparenza vi trascurano, anche se vi può sembrare che quel bene ve lo abbiano buttato dietro, ricevetelo con amore. Manifestate la vostra riconoscenza, perché si inteneriscano i cuori e perché questi legami d'amore diventino veramente secondo il cuore di Dio.

Figli, vi benedico. Il modo migliore per esprimere la vostra riconoscenza al Padre, è questo: offrire nella santa Messa il mio corpo, il mio sangue, la mia anima e la mia divinità a lui, perché è la sola offerta che serva a dare un ringraziamento infinito.

Se volete fare un ringraziamento a me, che valga veramente e che sia completo, offritemi il cuore della Madre mia e ditemi: «Forse io sono freddo o ingrato, ma la Madre tua è stata la persona che più di ogni altra, cantando il suo «Magnificat», ha dato ringraziamento a Dio, ha dato ringraziamento a te.

Figli, siate solidali nell'offrire questo corpo e questo sangue, anche molte volte al giorno, pensando che, in ogni istante, in tutti i luoghi della terra, si innalza un'ostia, s'innalza un calice verso il cielo, e metteteci questa intenzione: «Per ogni Messa che si celebra nel mondo, eterno Padre, ti offro Gesù, in ringraziamento di tutti i doni che tu hai fatto alla Chiesa e a tutta l'umanità.

E quando recitate il rosario, non dimenticatemi. Dite alla Mamma: «Mamma, ringrazia Gesù per noi. Vedi quanto siamo miseri. Ti chiediamo solo grazie e non pensiamo a dirti grazie». Diteglielo. Lei, volentieri, si frapporrà fra me e voi e mi renderà un grazie che mi sarà estremamente caro.

Commenti

Post popolari in questo blog

Crocifissi per amore

Il battesimo vi impegna

Il mistero della Trinità