Educare alla purezza
21 settembre 1972.
Figli miei, che qui riuniti attendete la mia Parola per aver luce e conforto, siate benedetti! Le vostre menti siano veramente illuminate dal mio Spirito che è Spirito del Padre e la verità vi faccia liberi e felici. Sono Gesù. Voglio oggi rispondere ad una domanda che molti si fanno: «La maggior libertà di cui si dispone è giovevole all'uomo?». La libertà voi la intendete come possibilità di agire e di fare il bene? Io vi rispondo di sì, se questa libertà vi porta ad operare a gloria di Dio ed a favore dell'umanità. Ma se per libertà intendete la licenza di assecondare la concupiscenza e le esigenze dei sensi, vi rispondo negativamente. Quando i vostri progenitori furono creati, vivevano come angeli. Non sentivano il peso del corpo. Adamo come re del creato, era l'immagine della forza e dell'equilibrio. Egli trovava il suo completamento in Eva che era il simbolo della gentilezza. La tenerezza e l'amore erano come due qualità che attutivano quell'energia innata nell'uomo. Il loro conversare con Dio li rendeva felici e nulla avrebbero dovuto desiderare di più poiché il paradiso terrestre era il possesso di ogni bene umano. Il peccato cambiò ogni cosa. Perdendo la grazia per cui i progenitori potevano vivere una vita divina pur essendo sulla terra, capirono la loro miseria, compresero di essere nudi e di questa nudità si vergognarono fin dal primo istante in cui peccarono. L'attrattiva che sino a quel momento avevano sentito per Dio, e per ciò che lo riguardava, scomparve e la concupiscenza prese il posto di queste cose divine. Cominciò allora la battaglia per conseguire il dominio di sé. Battaglia resa più difficile dalle tentazioni, cui il demonio, geloso della bellezza dell'uomo e del premio a cui era destinato, prese a sottoporre i vostri progenitori. Oggi taluni pensano che, abituando lo sguardo a quelle nudità a cui i vostri progenitori posero rimedio, l'uomo possa ritrovare l'innocenza originale o non abbia a sentire l'attrattiva per il male. Si pensa che, abituando l'orecchio a discorsi immorali e sconci, si possa rimanere indifferenti al male o che, osservando giornali, riviste o figure pornografiche e oscene, vi si possa fare un'abitudine, così da rimanere passivi davanti ad esse. Ma non è così. Forse che accostandovi al fuoco a forza di scottarvi vi abituate al suo calore? Figli, il corpo è tempio dello Spirito Santo e se ogni cosa sacra merita rispetto, tanto più lo merita questo vaso così delicato nel quale dimora l'anima vostra e che è destinato a vivere eternamente. Oh ditemi, figli, perché mai così spesso non si ha più alcun ritegno e non si capisce più dove è il male? (sempre che non lo si voglia capire, per poter senza senso di colpa sguazzare nel fango). Forse questa licenza sfrenata, quel tender tutto lecito non ha portato a questo punto? Davanti a fanciulle che si esibiscono nel modo più facile e più sfacciato, come possono i giovani trattenersi? E davanti a giovani conquistatori, come potrà la fanciulla non accettare se il senso della morale, che è lo stesso della presenza di Dio che ha imposto i suoi comandamenti, non esiste? Figli miei cari, l'uomo è fatto di carne, ma a dirigere la carne vi è lo spirito. Non si può negare e distruggere questa superiorità senza diventare come bruti. Non si angustino perciò quelle mamme che si sentono accusare di esagerazione o di educazione sbagliata. La severità dei costumi ha sempre segnato il livello morale, la sanità e la forza di un popolo. La severità nelle famiglie è la custode di quella fedeltà e di quella onestà di cui oggi molte di esse sono prive. La retta ragione costringe ad usare verso di sé e verso gli altri quel rispetto che viene meno quando cessa la ragionevolezza. L'osservanza dei comandamenti, specie del sesto «Non commettere atti impuri», è tanto delicata e riguarda ogni categoria di persone, dagli adulti ai bambini, dagli sposati ai celibi. Ma come potranno questi uomini, creature di Dio, osservare questa legge se fanno del proprio corpo un idolo, un mezzo di conquista e uno strumento di male? Figli miei, la moralità è il giusto equilibrio nell'uso di quelle cose umane che Dio non ha creato a caso. Tutto ha un fine. Se il corpo è un mezzo per la procreazione, è sacro il suo compito e non si devono sciupare le sue possibilità in cose innominabili. Educare i figli alla purezza è educarli alla serenità, perché l'essere preda del peccato impuro non solo lascia l'amaro in bocca, ma comporta, oltre la morte spirituale, un desiderio insaziabile che giunge a minare la stessa salute fisica e l'equilibrio psichico. La grazia di Dio dimorando in un'anima costruisce. Il peccato impuro demolisce. L'impurità fa venir meno la fede. Il desiderio del bene e quello di Dio scompaiono. L'impuro diventa odioso a se stesso e questa odiosità la diffonde dove vive. Calpestando gli affetti più sacri, inveendo e accusando della propria infelicità genitori, amici e Dio stesso. Figli miei, il mondo va sempre più riempiendosi di gente che, dopo aver perso il pudore, perde ogni coscienza. A voi tocca seminare il bene e se per caso pensaste anche voi che, abituando i vostri figli con una coscienza larga si possa avere una generazione migliore, vi prego, cambiate idea. Come avrei potuto dirvi «Beati i mondi di cuore perché vedranno Dio»? Come avrei potuto darvi l'esempio di una vita intemerata e come mi sarei circondato di persone angeliche quali furono mia Mamma Santissima, il mio Padre putativo e l'apostolo Giovanni che predilessi? Vivete custodendo il vostro corpo: ne trarranno vantaggio le vostre facoltà intellettuali e i vostri studi; le verità di fede appariranno chiare agli occhi della mente. Vivete castamente poiché l'impudicizia reca in sé sempre un castigo corporale, familiare o sociale. Vivete castamente se volete essere i prediletti del mio Cuore e meritarvi le mie grazie. Figli, vi benedico e vi do forza. La vostra volontà sia conforme ai miei desideri.

Commenti
Posta un commento