Passò facendo del bene
14 aprile 1978
Figli diletti, eccomi qui tra voi. Sono Gesù risorto, desideroso di far parte della vostra vita e di vivere in voi per dare alla vostra vita un'impronta divina.
Ogni azione compiuta con me e per mio amore assume un valore infinito. Ecco come dovete rendere grande la vostra esistenza. Se pensate che le cose materiali possono rendere meritoria la vostra vita, vi rispondo che vi sbagliate.
Se però volete valorizzate le cose umane per renderle degne di ricompensa, dovete senz'altro fare unità d'intenzione, di affetti, di volontà e di azione con me.
Vi sono alcune frasi nel Vangelo riferite alla mia persona, che io vorrei diventassero il vostro programma d'azione: «Gesù passò facendo del bene». Ecco una di quelle frasi che vorrei faceste vostra. Fare del bene: questo dovete tener di mira! Fare il bene comporta che ciò che compite rechi insieme frutti e vantaggi spirituali a voi e benefici di ogni genere a coloro a cui si rivolge la vostra azione.
Fare del bene è forse difficile in questo periodo della storia del mondo? No, anzi, essendo molti i bisognosi, è molto facile che i cuori, le menti e le volontà di coloro che vivono secondo la legge dell'amore, sintetizzata nei Comandamenti, sentano attrattiva per il bene e la necessità di compierlo.
È vero bene quello che voi fate quando non vi è una soddisfazione umana interessata. Se cercate voi stessi, nel compiere quelle opere buone che si presentano da fare, voi avete già ricevuto la vostra ricompensa nella soddisfazione che provate dopo averla compiuta.
Non escludo che chi fa il bene abbia a gioirne, ma non deve essere questo il motivo della scelta, bensì il risultato di un dovere compiuto.
Il mondo è stato creato come un'immensa famiglia, in cui tutti hanno bisogno di ricevere e di dare. La gioia del dare supera quella del ricevere, ma tutti devono sapersi umiliare e chiedere aiuto agli altri. Questo avviene tanto nelle cose dello spirito quanto in quelle materiali.
Non passa giorno in cui il sommo Datore non dia agli uomini l'aiuto della sua provvidenza. Non c'è minuto della giornata in cui io non mi doni agli uomini per beneficarli col Pane di vita, che è il mio corpo e il sangue salutare che riconcilia l'uomo con Dio.
Non c'è istante nella vita della Chiesa e del mondo in cui lo Spirito del Signore non renda partecipi le anime dei suoi doni di grazia, di santità e d'amore.
Gli uomini santificheranno la loro esistenza imitando Dio Padre. Essi stessi diventeranno per gli altri provvidenza, esercitando la carità. Gli uomini imiteranno me, facendosi testimoni della fede di cui io ho fatto loro dono, e facendo apprezzare e conoscere i preziosi tesori che la fede porta con sé. Diventeranno fontane vive e zampillanti, che comunicheranno la grazia anche agli altri, se faranno vivere in sé lo Spirito Santo. In tal modo sarà per loro facile tradurre in pratica il mio programma. Di ognuno di essi si potrà dire: «Passò facendo del bene».
Ma voglio ricordarvi anche un gesto che mi era abituale e che nel Vangelo viene spesso ricordato.
Io rendevo grazie al Padre, elevando gli occhi al cielo. Figli, anche la vostra vita dovrebbe essere un continuo rendimento di grazie. Tutto è dono nella vostra vita, ma poca è la riconoscenza che spinge gli uomini a ringraziare. Si verifica ancora il fatto della guarigione dei dieci lebbrosi, di cui uno solo ritorna per ringraziare.
Tutto è grazia, tutto è dono, ma come potranno gli uomini adeguatamente rendere grazie e ricambiare?
Figli, io sono il mezzo per ringraziare. La vostra piccolezza, la vostra miseria, vengono sostituite e integrate dalla mia ricchezza.
È il Figlio del Re che si presenta a Lui e rende un ringraziamento infinito e gradito, a cui fanno seguito continuamente altri doni.
Non temete di esagerare, trasformando la vostra vita in un atto di ringraziamento continuo, unendovi a quei gesti di umiltà, di ubbidienza e di gratitudine da me espressi durante la mia vita e indirizzati al Padre.
La Messa, a cui partecipate sovente, risponde pienamente ai miei desideri, che dovrebbero essere anche i vostri. Se volete che la vostra vita abbia un valore universale e continuo, inseritevi nella mia Messa. Non potrete mai dire di aver fallito o di aver sciupato i doni di Dio. Se il mondo pensa di immortalare quegli uomini di scienza che hanno beneficato l'umanità con qualche scoperta, voi sarete immortalati nel mio cuore, perché, facendo unità con me, potrete vincere e superare le tappe del tempo.
Essere eterno è proprio di Dio. Avere un'eternità di gloria è dei santi del cielo, ma avere un nome benedetto fra gli uomini, che si tramandi di generazione in generazione, è di coloro che nel nome del Signore hanno cercato di rendere la propria esistenza strumento di bene sempre e ovunque.
Figli, vi sono sempre vicino. Anche la vostra patria è tanto cara al mio cuore. Io desidero aiutarvi ed offrirvi un mezzo perché siano vinte quelle diaboliche tentazioni che, facendo credere che sia in gioco la liberazione della donna, la conducono all'omicidio e allo snaturato comportamento verso la creatura che ella porta in grembo.
In questo mese, e in quello che seguirà, i bambini della prima Comunione faranno i loro doni d'amore a me. Io vi prego, fate che, con una preparazione responsabilizzata, i parroci consacrino questi bambini al mio cuore e a quello della Madre mia. Vi prometto che la loro preghiera e la loro innocenza avranno una potenza e una forza da far ricredere molti di coloro che sbagliano.
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