Nei modi più diversi io chiamo a conversione e a salvezza

 


2 marzo 1972.

Figli miei, redenti dal mio Sangue, ricoperti della mia grazia, arricchiti dei miei doni, sia pace a voi. Sono in mezzo a voi per aiutarvi, illuminarvi e benedirvi; voi partirete di qui più volonterosi e più forti. Sono il vostro Gesù, a cui il Padre ha affidato ogni potere in Cielo ed in terra. Abbiate fiducia, abbiate fede e fidatevi di Me. Quando vi vedo pentiti dei vostri peccati, Io gioisco. È come se nel buio si affacciasse attraverso una fessura un raggio di sole. Io gioisco quando sento che vi rammaricate di aver sciupato tanto tempo lontano da Dio, e penso subito a ciò che vi sarà possibile fare per l'avvenire. Quando chiamai Matteo, che sedeva al banco dell'esattoria, Egli venne subito e promise: «Se ho rubato a qualcuno, restituirò moltiplicando». Ecco la vera conversione. Quando guardai negli occhi Maria, la sorella di Marta e di Lazzaro, il mio sguardo le penetrò fino in fondo al cuore e operò la grande conversione: gli affetti cattivi ed impuri si trasformarono in puro amore. Quando alla Samaritana chiesi da bere, poiché avevo sete della sua anima, si sentì tutta rimescolare; la voce della coscienza, la voce di Dio, la grazia, l'avevano scossa al punto di farla diventare una vera apostola. Nei modi più diversi chiamo a conversione ed a salvezza, che è come dire a santità. Il più delle volte, durante la mia vita, agivo scandagliando il cuore umano per mezzo degli occhi. Uno sguardo fece ravvedere Pietro e molti altri, di cui il Vangelo non vi parla. Ancora oggi per mezzo di immagini mie, a cui concedo una forza particolare, opero miracoli di conversione. E lo sguardo ora severo, ora dolce, ora commovente, ora invitante dei miei occhi che richiama, che conquista, che trasforma, che rapisce. Io vorrei guardarvi sempre con gli occhi pieni di amorevolezza del Padre e della Mamma. Ma devo anche richiamare al bene e farlo talvolta con severità, anche se di ciò mi dolgo come si duole un buon padre di dover usare mezzi coercitivi. Gli occhi, figli miei, devono sempre esprimere i sentimenti buoni del cuore ed essendo il mio ricolmo della bontà di Dio, infinita ed imparziale, vorrei esprimerla continuamente con sguardi pieni di soavità e di amorevolezza. Fate in modo di meritarvi giornalmente quel pietoso sguardo che Io rivolsi al buon ladrone che mi chiedeva misericordia. Fate che ogni giorno guardandovi in fondo all'anima, scoprendo in voi il dolore dei peccati, il desiderio di conversione e di bene, debba potervi dire: «Ti porterei con Me in Paradiso, se questo fosse l'ultimo tuo giorno». Se voi viveste la vostra vita così, non solo vi sarebbe evitato il Purgatorio, che a molti fa tanta paura, ma incontrereste anche la morte con quella serenità con cui la incontrano i santi, e come la sopportò il buon Ladrone, poiché il suo cuore fu pieno di fiducia nella mia Misericordia. Lo sguardo severo di Dio giudice, vi intimorisca in vita, perché non abbiate ad incontrarlo in morte e dopo morte. Ed ora, figli, un consiglio. Voi esprimete negli occhi ciò che avete nel cuore, del quale gli occhi sono come lo specchio. Si può scorgere negli occhi l'odio, l'invidia, l'ira, il rancore, le passioni, i desideri cattivi e tutto ciò che di malsano si coltiva di dentro. Fate in modo che la purezza delle vostre intenzioni, la santità dei vostri desideri e tutto ciò che di bello si può coltivare nel giardino della vostra anima, si rifletta come una luce vivissima nelle vostre pupille. Se guardate il Cielo con tutto ciò che di meraviglioso esso contiene, se guardate negli occhi i vostri bambini e vedete in essi lo splendore delle loro anime, se guardate le opere meravigliose di Dio nel creato, il vostro sguardo si riempie di luce e voi gioite. Se poi guardate il dolore al letto di un ammalato, se ascoltate e vi riempite il cuore di pietà per le molte miserie da cui il vostro prossimo è colpito, il vostro cuore si riempie di compassione e il vostro occhio si riempie di bontà. Se vi rallegrate con chi gioisce e partecipate di vero cuore alla felicità degli altri, il vostro occhio diventa luminoso e sereno così da poter diffondere serenità e pace. Ma se vi riempite di Dio mediante la Grazia e la sua Grazia diventa vostra gioia e vostra vita, allora il vostro occhio diventa così splendente da illuminare tutta la persona. Non c'è croce, malattia, contrarietà che vi spaventi, poiché Dio, il sole della vostra vita, splende in voi e dà luce a tutta la vostra casa. Figli, usate bene quel dono meraviglioso della vista che Dio vi ha dato. L'occhio è tanto delicato e facile ad offuscarsi. Sappiate correre ai ripari. Non vi parlo ora dell'organo della vista, che voi giustamente custodite, ma vi parlo della luce spirituale di cui dovete essere gelosi. Vi sono ciechi che vedono benissimo, vi sono persone che fisicamente vedono e molto lontano, ma la mancanza della Luce Divina, in loro, li rende ciechi. I primi sono da invidiare, i secondi da compiangere, poiché ve lo dico, figli: «È meglio andare in Paradiso senza occhi, che all'Inferno con tutti e due». Vi benedico e vi riempio di Luce.

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