Chiedete la salvezza delle anime

 


19 gennaio 1978

Figli diletti, la pace sia con voi! Sono Gesù maestro, presente in mezzo a voi, per rendere più efficace la vostra preghiera.

Le vostre necessità materiali e spirituali non mi sono nascoste e io desidero porre rimedio ai vostri mali. Qualche volta però la mia visuale è diversa dalla vostra, così che io vedo bene ciò che voi ritenete male e vedo male quello che voi credete bene.

Eccovi spiegato perché non sempre venite esauditi nei vostri desideri. Quando però voi chiedete la salvezza delle anime, io pure la desidero e, anche se non venite subito esauditi, le vostre preghiere non vanno perdute. Occorre aver costanza e fede. Dovete pensare che quei peccatori che mi raccomandate, io li vedo già salvi nell'eternità. Verrà il giorno in cui si ricrederanno, sarà forse l'ultimo momento della loro vita, essi capiranno i loro errori e vorranno essere salvati.

Figli, io vi chiedo di credere alla mia potenza, alla mia misericordia e al mio amore infinito. Vi chiedo che non venga mai meno in voi la fiducia e che la vostra offerta di lacrime, di preghiere e di sacrifici, continui come segno del vostro amore.

Io vi dissi un giorno che nessuna sillaba del mio Vangelo sarebbe andata perduta. Duemila anni di storia confermano questa verità. Ebbene, una delle affermazioni più importanti da me fatte durante la mia vita terrena fu questa: «Cercate in primo luogo il regno di Dio e la sua giustizia e il resto vi sarà dato in sovrappiù».

Non è una frase retorica o buttata lì per completare un discorso. In essa si conferma la provvidenza infinita di Dio e il dovere di chiedere a lui ciò che a lui sta a cuore, prima di chiedere le grazie materiali che fanno parte di questa provvidenza e che sono necessarie al vivere umano.

Un figlio, che pretendesse i beni del padre e non cercasse di collaborare nella sua opera, assomiglierebbe al figliol prodigo. Il Padre, è vero, nella sua bontà infinita potrebbe anche concedere, ma non è il modo migliore di chiedere, quello di reclamare la parte di eredità che spetta, per poi sperperarla. Voglio dirvi che, al disopra di tutte le cose, dovete tener di mira la vostra relazione d'amicizia col Padre, voi dovete volere che il bene, come lo vuole Dio, sia diffuso nella vostra famiglia e nel mondo.

Tutto ciò che riguarda la vostra vita fisica è premura del Padre concedervelo.

Dissi ancora un giorno: «Qual è quel padre che al figlio che gli chiede un pane, dona un serpente, o a chi gli chiede un uovo, dona uno scorpione?». È dunque da meno degli uomini, Dio? No, figli!

Ecco perché insisto affinché vi mettiate sempre più nella situazione di essere esauditi; il Padre sovviene ai bisogni di tutti, buoni e cattivi, come su tutti fa sorgere benefico il sole.

Figli, un grande vantaggio hanno quanti, inseriti nel mio Corpo mediante il Battesimo e la grazia di Dio, chiedono tutto ciò che loro necessita con la mia voce, con la mia santità, coi miei meriti.

Voi potrete dirmi che, nonostante la vostra vita buona, molte volte il dolore non vi abbandona, che anzi, più siete buoni e più venite presi di mira come vittime. Io non vi nascondo la verità di questa affermazione e vi ripeto ancora ciò che dissi un giorno: «Chi vuol venire dietro a me, prenda la sua croce e mi segua». Quindi non vi toglierò il dolore, ma vi darò la gioia in esso, fino al punto di farvi dire: «Sovrabbondo di gaudio nella tribolazione».

Se il dolore ha un pregio così grande, che io volli ad esso sottostare, e feci del dolore un mezzo di salvezza, se la Madre mia ebbe sofferenze così grandi, da dover essere chiamata la Madre dei dolori, come potrò togliervi la sofferenza e la croce? Dovrei forse privarvi della felicità eterna?

Senza la croce non c'è salvezza, e questo va inteso anche nel senso di sofferenza fisica e morale. Questa è la grande scienza del cristiano che ama e serve il Signore, quella di trovare la gioia anche nel dolore.

Quando si ama, non si sente più il peso della croce, anzi, l'amore di Dio si confonde con quello del dolore, proprio come avviene anche umanamente tra coloro che si amano.

Queste verità, inserite nella vita della Chiesa, diventano meravigliose, perché danno alle vostre azioni e ai vostri sentimenti umani un valore infinito in profondità e in estensione. Nessuna azione, da voi compiuta in grazia di Dio e per amore, rimane limitata nel tempo e nello spazio. Essa si proietta nell'eternità, suscitando nel tempo tutto quel bene che è necessario, perché il regno di Dio si compia.

Figli, vi sono molti nemici del Regno, inteso come Chiesa di Dio, ma mi permetto di accennarvene due tra i più pericolosi: il fariseismo e l'eresia.

Il primo male consiste nel trasformare il cristianesimo in qualcosa di puramente esteriore e i cristiani perciò in quei «sepolcri imbiancati», a cui basta soltanto l'apparenza di bene. È uno dei mali più gravi della società moderna, come lo fu al mio tempo. È un male che va combattuto, perché il regno di Dio trionfi.

L'altro male è una continua minaccia all'unità della Chiesa. Io vi dissi che ogni regno diviso in se stesso è destinato a perire. La Chiesa durerà eterna, ma le divisioni creano confusione e sono deleterie per le anime.

Sappiate combattere questi pericoli e sappiate vivere integralmente la vostra vita cristiana.

Ogni problema che riguarda il corpo, la famiglia e tutte le vostre vicende umane, troverà facile soluzione, se l'affiderete alla bontà del mio cuore.

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