Chiamati al mio servizio
20 ottobre 1974
Figli a Me tanto cari, sia pace a voi! Sono Gesù Re dell'universo.
Desidero oggi comunicarvi un po' di quell'amore che pervade il mio Cuore per i figli della terra, per tutta l'umanità, perché anche voi, animati da pensieri apostolici universali, mi siate di aiuto.
Voi siete quegli operai che Io chiamo ad operare e a lavorare nella mia vigna. Vi ho detto un giorno che «gli operai sono pochi mentre la messe è molta». Voi avete risposto alla chiamata e come voi, anche per mezzo vostro, molti altri devono venire al mio seguito ed essere disponibili al mio servizio.
Non desidero da voi lunghe preghiere o penitenze. Vi chiedo di vivere un cristianesimo vero che non sia una chimera. Vi chiedo di amarmi veramente e di adorare Dio in spirito e verità, così da divenire veri templi di Dio.
Ricordate? La Samaritana nel colloquio che ebbe con Me mi sottopose la questione: «Maestro, i nostri padri adoravano Dio sopra un monte, ma voi dite che lo si deve adorare in Gerusalemme». Risposi: «Dovete adorarlo in spirito e verità». E volevo dire: dentro di voi, così da diventare templi del Dio vivente.
Quanto grande è questa verità che vi permette, per quel Dio che voi adorate e che avete presente in voi, di raggiungere ogni creatura della terra.
La vigna di Dio, la mia messe, la messe del Padre, è dunque tutta la terra.
A chi vi chiedesse se siete stati a fare apostolato nelle foreste dell'Africa o dell'America o sulle distese ghiacciate dei poli, voi potreste rispondere anche affermativamente, poiché sulle ali del desiderio e dell'amore potete arrivare dovunque.
Vi è un filo d'oro che unisce le anime fra loro, vi è una forza che supera ogni barriera: è quella della grazia di Dio che, operando nel mondo per mezzo dello Spirito Santo, operando nella Chiesa e in ciascun'anima in particolare, rende possibili miracoli strepitosi.
Questa forza vi voglio dare, se saprete affidarvi a Me che sono l'Onnipotente.
Ogni opera umana richiede un'intelligenza per idearla, delle braccia o dei mezzi per eseguirla e portarla a termine con tenacia e con costanza. Le opere di Dio hanno come promotore l'intelligenza di Dio, poi sono affidate a semplici strumenti incapaci, che mettono la loro buona volontà a servizio di Dio e chiedono aiuto a Lui per ogni minima operazione. È come se a dei bambini si proponesse di aiutare a costruire una casa. Il papà di questi bambini chiederà loro di portargli un mattone per volta e del loro aiuto si servirà per portare a termine l'impresa.
Sì, voi siete i bambini di Dio che, vivendo con Lui e per Lui, portate il vostro mattone per la costruzione non già di una casa materiale, ma del Regno Santo di Dio. È la potenza di Dio che realizza le più grandi opere e si serve delle vostre piccole cose: le vostre mani, il vostro cuore, i vostri desideri, le vostre rinunce e le vostre conquiste personali. Le conquiste che ciascuno può fare, nel vincere se stesso e nell'opera che svolge per arrivare agli altri.
È un dono di Dio quello di chiamare al suo servizio e che pochi apprezzano. È una chiamata la vostra, ma è anche una scelta. È come un'elezione che ricevete e un compito che vi viene affidato, a cui voi siete invitati a corrispondere con gioia e con fiducia. Se ogni operaio si impegna, il lavoro procede con alacrità, e con gioia viene portato a termine nel più breve tempo.
Il tempo passa presto, figli, e ognuno deve arare il campo che gli è stato affidato senza voltarsi indietro. Non soffermatevi a dire: «Io ho fatto molto!»; e nemmeno: «Ho fatto troppo poco!». Oggi è la vostra chiamata, oggi dovete lavorare. Quando si sa che resta ancora molto da fare non si possono incrociare le braccia.
Avete salute? Ringraziate Dio e spendete i vostri giorni per Lui. Siete malati, vi sentite anziani e stanchi? Offrite la malattia e la stanchezza con desideri infiniti di bene: avrete lo stesso premio di coloro che sono sani.
Ricordate sempre: si vive una volta sola e in questo breve spazio di tempo siete chiamati ad essere sudditi fedeli, devoti ed operosi del Re.
Vi vedo spesso preoccupati di tante piccole cose; sappiate ampliare i vostri orizzonti: ho altre pecorelle che non sono di questo ovile. Se urgente è il bisogno di coloro che vivono accanto a voi di essere sollevati dalle loro miserie, ricordate che non meno impellente e doveroso deve essere l'impegno di pensare e provvedere a quanti sono in altre terre, di altre razze, abitudini, linguaggi: sono tutti miei figli, redenti dal mio Sangue, che sono in attesa di riconoscere, nella vostra parola e nella vostra vita, il mio Vangelo di salvezza.
Si dice che lo spirito missionario è il termometro per misurare la vostra fede ed Io vi dico che non è possibile essere cristiani e disinteressarsi del problema missionario. Siate di aiuto e siate riconoscenti ai missionari che vi rappresentano in terre lontane e fate che il vostro sacrificio diuturno, offerto nel compimento del vostro dovere in grazia di Dio, sia come l'ancora di salvezza a cui nei momenti difficili i missionari possano far leva.
Pregate e amate i popoli che ancora non mi conoscono, perché la luce della verità li raggiunga presto e possano trovare il vero Dio.
Gesù di Amore infinito vi benedice tutti!
Commenti
Posta un commento