I tre arcangeli
29 settembre 1977
Figli diletti, siamo qui uniti come gli acini di un unico grappolo d'uva. Ognuno porta il suo contributo di sacrificio e di dolcezza, così da poter ricavare quel prezioso liquore da mettere nel calice, per celebrare la Messa. Tutti i giorni la potreste celebrare e con vantaggio di tutte le anime, se l'offerta della vostra vita, così carica di sofferenze e di preoccupazioni, voleste unirla all'offerta continua del mio sacrificio che redime.
Sì, figli, è necessaria questa vostra messa, perché le anime hanno bisogno del mio e del vostro aiuto.
I tre arcangeli che la Chiesa oggi onora, mentre rappresentano i bisogni di tutta l'umanità, sono il mezzo che Dio vi ha dato per poter essere vittoriosi nell'aspra battaglia. I mali li vedete.
Ancora, come all'inizio della creazione, vi sono anime ribelli che, nella loro estrema superbia, dicono a Dio: «Non ti voglio servire», e il demonio lavora incessantemente per allontanare le anime da lui.
L'azione di Michele arcangelo diventa ancora una battaglia in cui deve trionfare l'umiltà.
«Chi è come Dio, perché noi abbiamo a ribellarci a lui?», questo devono chiedersi le anime desiderose di esser fedeli. Ecco perché ancora è necessario che la devozione a questo principe delle schiere celesti torni a fiorire nella Chiesa. La sua spada infuocata deve avere il sopravvento sopra le forze del male. La sua potenza e la sua forza devono manifestarsi e la vittoria deve essere piena, completa.
Egli deve difendere le anime che ancora sono lo zimbello del demonio, deve difendere la Chiesa dai nemici interni ed esterni, deve impedire l'estendersi del male ad opera di colui che al male ha dato origine.
È un periodo della storia turbinoso, questo, in cui la protezione di Michele è veramente necessaria. Rivolgetevi a lui e camminate nel suo esercito. Le anime umili sono coloro che assieme agli angeli, fedeli ministri di Dio, compongono l'esercito di questo arcangelo, mirabile nella sua bellezza e nella forza.
Ma oggi festeggiate anche Raffaele, «medicina di Dio». E chi non ha bisogno del suo aiuto?
Vi è stato detto altre volte, ed è una realtà, che voi stessi potete constatare che il mondo è come un immenso ospedale. Le malattie minano e distruggono la salute del corpo e il peccato rovina l'anima, così da rendere l'uomo, al cospetto di Dio, come un lebbroso.
La lebbra del peccato penetra dovunque e viene comunicata dagli stessi genitori ai propri figli.
Raffaele deve agire nel mondo e, come fece scoprire a Tobiolo, nella bocca del pesce, il rimedio per guarire la cecità di Tobia, così deve aprire gli occhi agli innumerevoli ciechi che stanno sulla faccia della terra, perché vedano la loro miseria.
Ancora Raffaele, che sta davanti al trono di Dio, lo deve supplicare, perché abbia pietà di tutti coloro che giacciono nella melma del peccato e che non riescono a sollevarsi.
Anche le malattie fisiche sono numerose e gravi. Il Signore permette che coloro che si occupano di guarire i corpi, siano pure ciechi, perché imparino a chiedere luce a colui che è il Luminare dei luminari.
Non vi ho detto molte volte che io sono il Medico celeste e che chi vuol guarire deve affidarsi alle mie cure?
L'uomo è nelle mani di Dio, anima e corpo. Tutto è misurato dalla sua bontà e provvidenza. Chi si affida a lui, trova sollievo, pace e forza per sopportare.
Raffaele è un mezzo di cui Dio si serve.
È bello affidarsi agli angeli, lasciando che compiano verso l'uomo quegli uffici divini che sono stati loro assegnati.
Voi potete vedere l'importanza e la potenza di una persona dal numero di servitori o dipendenti che essa ha. Ma potete capire anche la vostra grandezza, se pensate che a vostro servizio vi sono schiere di angeli che hanno presso di voi questo compito specifico: custodirvi e condurvi a salvezza.
Invocate gli angeli e siano i vostri più cari amici.
E da ultimo ricordate Gabriele, l'arcangelo che portò alla Madre mia l'annuncio della sua maternità divina.
È l'angelo che raccolse il suo «fiat» che portò nel mondo la salvezza. Io vorrei che, invocandolo all'inizio di una nuova giornata, doveste voi pure ripetere, in adesione alla volontà di Dio, il vostro fiat. «Sia fatta la tua volontà», dovete dire, quando gli avvenimenti tristi o lieti si susseguono, così da rendervi insicuri e molte volte incapaci di accettare la volontà di Dio.
«Sia fatta la tua volontà» in tutte le situazioni, e questa adesione deve essere una scelta che con amore affidate all'arcangelo Gabriele, perché recapiti al Padre il vostro desiderio di obbedienza e accettazione.
L'angelo dell'annunciazione sia la vostra guida, poiché il mondo si trova in difficoltà per la sua ribellione al divino volere e vi confermi in un'adesione piena, amorosa, sincera e umile a quel fiat che, come ha dato inizio al mondo, lo può trasformare, e come ha dato inizio alla redenzione, può continuare a salvarlo.
Figli, nella vostra offerta giornaliera non manchi il vostro invito a far passare per le mani di questi potenti messaggeri celesti tutto ciò che nel mondo può esserci di buono e che può rallegrare il cuore di Dio.
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