La mensa Eucaristica
17 maggio 1973
Figli diletti, anime riparatrici, eccovi qui come ad una festa di cuori. Grazie, figli!
Non posso però nascondervi alcune ferite che mi affliggono e mi amareggiano aspramente.
Voi lo sapete che sono sempre presente nel mondo, in diversi modi.
Mi vedete nel fratello che desidero che amiate come voi stessi; sono presente nella Chiesa in un modo invisibile ma reale; sono presente nelle anime in grazia, che per mezzo di essa diventano come il mio Cielo; e sono presente in corpo, sangue, anima e divinità nel sacramento dell'Eucaristia.
Questa presenza è un dono immenso del mio amore. L'Eucaristia è destinata ad essere il sacrificio che voi offrite al Padre come riparazione dei peccati e mezzo d'intercessione; essa è inoltre cibo delle anime vostre.
Ebbene, se nelle vostre case si sciupa una cosa molto bella, voi ve ne rammaricate; così anch'io mi rammarico che un dono divino d'infinito valore sia tenuto in così poco conto e venga usato con così poco rispetto e tanto male.
Vi è stato detto: Chi mangia e beve indegnamente il Corpo e il Sangue del Signore, mangia e beve la propria condanna. Questo è vero. Ne avete avuta la prova in Giuda che, dopo la Comunione sacrilega, ebbe la forza di commettere il più grande delitto che il mondo abbia mai conosciuto.
Ma tuttora, figli, quanti Giuda, quanti sacrilegi, quante conseguenze nefaste.
Io desidero che gli uomini si cibino del mio Corpo, ma esigo un'anima pura. Non c'è forse un mezzo semplice ed opportuno per purificarsi? E perché non usarne ed aggiungere peccato a peccato, miseria a miseria?
Questo mi addolora. Che importa che vengano tutti in frotta come pecore a ricevermi, quando non hanno in cuore nemmeno il distacco dalla colpa mortale?
Piangete, figli, su questa piaga, che va diffondendosi. Molte volte sono gli stessi miei ministri che invitano ad accostarsi in massa all'altare, sostenendo che è per completare il divin Sacrificio che i fedeli devono comunicarsi.
Ma no, figli; meglio astenersi, piuttosto che accostarsi al divin Banchetto indegnamente. Non vi ho detto, nell'ultima Cena, che anche chi era pulito, doveva lavarsi i piedi? Non ho detto sempre con chiarezza tutto?
Vi è poi un'altra cosa che mi addolora ugualmente ed anche di più. È in questo periodo che i bambini si accostano alla prima Comunione; hanno l'uso della ragione e sanno distinguere il bene dal male. Vi sono bambini e giovanetti che bestemmiano, che commettono peccati impuri, sapendo di far male; che imprecano ed insultano i genitori, specie la mamma.
Eppure a volte li preparano alla Comunione senza far troppo rilevare la gravità di queste colpe che compiono. Accadrà così che poi non daranno peso al male che faranno, con grave danno della loro vita spirituale, della vita familiare e di quella della Chiesa.
Dalla preparazione alla prima Comunione dipende molte volte tutta la vita e, qualche volta, anche l'eternità.
La delicatezza di coscienza è basilare. Non si tratta di far vedere in Dio uno spauracchio, ma di considerarlo come l'amore infinito, che, proprio perché ama gli uomini, ha stabilito le sue leggi e come Legislatore supremo deve essere obbedito.
Che direste del capo di un governo che non avesse un codice a cui i cittadini possano far riferimento?
Dio ha diritto di essere obbedito, anche se Egli richiama tutti con amore e con bontà infinita. La bontà non esclude l'ordine e la disciplina è un mezzo per mantenerlo.
Vi do un comando, vi faccio un invito. Qualora voi aveste, nelle vostre famiglie, dei figli o dei nipoti, fate loro recitare, con le preghiere comuni, anche i Comandamenti. Sono le leggi morali che Dio diede a Mosè sul monte Sinai e che ogni uomo porta impressi nell'anima. Ma, come è stato necessario che Dio le scrivesse su tavole di pietra, perché gli uomini di quel tempo li avevano scordati, così anche ora si ha bisogno di ripeterseli sovente, per potersi riconoscere colpevoli.
Le Beatitudini, che proclamai nel discorso della montagna, sono un invito alla perfezione e non annullano i Comandamenti.
Così, preparati spiritualmente e coscienziosamente, quei bimbi che desidero vengano a Me come candidi gigli, sapranno continuare nella vita quel cristianesimo, che è lotta al peccato e cammino verso la virtù.
Figli miei, benedico voi e tutti i comunicandi del mondo. Alla mia benedizione aggiungete l'anelito del vostro cuore, affinché i bambini e tutti gli uomini, resi puri di cuore, possano veramente vedere Dio.

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